Capita che, durante le giornate di residenza, ci sia un desiderio irrefrenabile di vedere concretizzate le idee, in un mix tra
curiosità e impulso, impazienza e paura. Ci siamo fatti drammaturghi e, a tavolino, abbiamo letto i vari testi presi in prestito dalla biblioteca S. Satta, dividendoci i compiti. Dalle letture ne
sono scaturite lunghe e fertili discussioni che hanno spinto tutti a ripensare parti della drammaturgia abbozzata. Credo che nessuno si sia risparmiato, ne sia rimasto deluso dall’apporto
reciproco, dalle discussioni sempre caratterizzate dalla grande allegria e profondo rispetto. Con un occhio al teatro e alla penna grafica e con l’orecchio intento a smontare le cadute
letterarie, sono stati sviluppati nuovi finali, trame alternative e letture possibili. Ogni singola persona coinvolta in questo esperimento ha sentito l’esigenza, la necessità di esplorare nuove
situazioni. Nel foyer del teatro ci siamo immersi nei racconti e nelle storie, a tratti amare, che parlano di una Nuoro antifascista, storie che ci hanno spinto alla riflessione profonda su una
tematica che ci riguarda tutti, soprattutto in questo momento storico. Credo che uno dei tesori più preziosi di questo periodo di residenza siano gli incontri. Ogni incontro, da quelli
programmati a quelli casuali, è stato un regalo. È difficile scrivere di ciò che accade mentre accade. È evidente che in Sardegna le storie non siano mai totalmente slegata una dall’altra.
Ci emozioniamo quando tra le pagine di “Memorie politiche” ritroviamo la figura buffa e anticonformista di Madamemoiselle. Carol è la più emozionata di tutti, la donna di cui Mariangela
Maccioni parla in una lettera a Raffaello Marchi, in cui descrive la noiosissima cerimonia a cui è stata invitata, cerimonia in cui Mademoiselle è l’unica destare il suo interesse, è sua
nonna! La signora Lina Podda di Orgosolo!